 |

AGOSTINO
DI IPPONA
(Tagaste, oggi Souk-Ahras, 354- Ippona,
oggi Bona, 430). Filosofo, padre della Chiesa e santo. Nato
dal pagano Patrizio e dalla cristiana Monica, fu educato cristianamente;
a vent'anni abbandonò la fede per farsi seguace del manicheismo
e dedicarsi ai piaceri smodati di una vita disordinata e dispersa, benché
compisse gli studi in modo eccellente. Fu tratto alla ricerca filosofica
dalla lettura dell'Hortensius di Cicerone (opera ormai perduta).
A 32 anni, a Milano, ritornò sulla strada delle Sacre scritture
ascoltando Ambrogio, dopo essersi fatto influenzare dal neoplatonismo.
Nel 387 ricevette il battesimo dallo stesso Ambrogio. Convinto che la
sua missione era quella di diffondere la sapienza cristiana nella sua
patria, decise di tornarvi. Nel viaggio di ritorno morì la madre
Monica, che tanta influenza aveva avuto nella sua formazione spirituale:
da quel momento Agostino si dedicò all'incessante ricerca della
verità e alla lotta contro le eresie manichea e pelagiana. A Ippona
fu ordinato prete nel 392 e poi successore del vescovo Valerio e mentre
approfondiva la dottrina cristiana per completare la sua formazione teologica
scrisse numerosi libri di filosofia cristiana. Le Retractationes,
dove l'autore passa in rassegna in ordine cronologico i suoi scritti,
facendo la revisione critica delle dottrine in essi contenute, sono la
chiave di lettura di tutta l'opera letteraria agostiniana. I 13 libri
delle Confessiones, composti intorno al Quattrocento, hanno conquistato
l'ammirazione di tutti attraverso i secoli. L'autobiografia è un
elemento predominante sino al X libro (vi si narra infatti la storia della
sua vita fino alla morte della madre Monica), mentre nei successivi, che
trattano problemi puramente teologici, emerge il principio fondamentale
della teologia agostiniana: la verità è Dio stesso, che
si trova nell'interiorità di ogni uomo; solo rinchiudendovisi ci
si apre alla verità e a Dio. Se le Confessiones mostrano
il singolo uomo guidato da Dio, il De civitate Dei, opera dogmatica
e teologica scritta in 22 libri tra il 412 e il 426 per combattere e debellare
la convinzione sempre più diffusa che il cristianesimo fosse una
causa d'indebolimento dell'impero romano, mostra l'umanità intera
guidata da Dio nelle vicende della storia. Alla civitas terrena,
rappresentata dall'impero romano e dalla sua stolta cupidigia di predominio,
si contrappone la civitas Dei, che è la comunità
dei giusti. Solo interrogando se stesso ognuno potrà scoprire a
quale delle due città appartiene.
I. Innocenti

A. Mandouze, Augustinus magister, Parigi 1954; P. Alfaric, L'évolution
intellectuelle de Saint-Augustin, Parigi 1918; J.J. O'Meara, The
Young Augustine, Londra 1954. |
 |